Articolo di Salvatore Tirendi : Direttivo Territoriale Nursind Catania
Non c’è pace per l’ospedale di Bronte, dopo le vicissitudini che l’hanno visto protagonista con il punto nascite all’inizio 2016, prima con la chiusura, è poi la successiva riapertura “a termine” in quanto come prevede la normativa dovrebbe raggiungere i 500 parti l’anno, in un territorio dalle diverse problematiche, principalmente di viabilità, soprattutto nei periodi invernali, adesso si aggiunge anche la chiusura dell’ambulatorio di Urologia di Bronte.
Ancora ad oggi non si ha nessuna notizia sulla riapertura dell’ambulatorio, dopo le rassicurazioni dell’azienda, e nonostante anche l’impegno dei rappresentanti istituzionali del territorio, che avrebbe presto riattivato un servizio importante che serve tutta la zona del comprensorio dell’ospedale di Bronte.
Da quando l’ex primario dell’ U.O.C. di Urologia (Dott. Giuseppe Salvia) è andato in pensione, cioè dal mese di ottobre c.a. il servizio ambulatoriale, importante per la cura e screening di molte patologie urologiche, che vanno da quelle oncologiche, alle più semplici calcolosi urinaria, che sin dalla sua nascita nel 2002 si è contraddistinto in efficacia e appropriatezza, nonostante le carenze organizzative e strutturali del presidio brontese, è stato il fiore all’occhiello della sanità etnea, ma a causa del ridimensionamento il reparto è stato trasferito al presidio di Acireale, e nonostante ciò il dott. Salvia ha voluto caparbiamente mantenere il servizio ambulatoriale, con interventi in day surgery sino al momento pensionistico.
Dal mese di ottobre ne ha “ereditata” la gestione e la responsabilità il Dott. A. Ingrassia, che sin dal suo insediamento, ha sempre dimostrato la volontà a mantenere almeno il servizio ambulatoriale, per poter continuare nella tradizione storica dell’urologia a Bronte, non con poche difficoltà dovute alle carenze della dotazione organica dei dirigenti medici di urologia.
A quanto sembra ci sarebbero alla base delle difficoltà per la riattivazione, problematiche di carattere burocratico, cioè la mancanza di uno specifico ordine di servizio da parte della Direzione Aziendale, che ne darebbe la legittimità, oltre alla sicurezza dei medici per la copertura assicurativa alla trasferta, nonché (ma mi sembra irrisorio) alla copertura economica dovuta al rimborso chilometrico, che si ridurrebbe a circa 12 €, in quanto la spesa sarebbe di gran lunga coperta dall’introito delle prestazioni erogate dall’ambulatorio, inoltre si eviterebbero i gravi disaggi degli utenti della comunità brontese e dintorni, che sarebbero “costretti” ad andare ad Acireale, anche per la semplice prescrizione del piano terapeutico, soprattutto anziani e soli che rinuncerebbero, viste le difficoltà addirittura alle cure, con le conseguenze correlate.
Oltretutto la stessa ASP di Catania ne subirebbe un danno economico, oltre d’immagine, in quanto i cittadini che necessitano di visita specialistica urologica potrebbero rivolgersi alle altre Aziende Ospedaliere.
Interpellata la Direzione Sanitaria dell’ ASP di Catania, la stessa ha assicurato che l’ordine di servizio è stato già emanato, e che a breve verrà riaperto, ma purtroppo ancora ad oggi nulla è cambiato.
Noi vigileremo costantemente sull’effettivo ripristino del servizio di Urologia.
Salvo Vaccaro
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