Oggi 1 luglio 2021 si è svolto a Caltagirone il Coordinamento Regionale NurSind Sicilia, un coordinamento insolito, un coordinamento che ha messo a confronto il sindacato infermieristico e la politica, un coordinamento aperto a tutti, iscritti, lavoratori, ma soprattutto hanno partecipato le maggiori forze politiche della nostra Regione.
All’ordine del giorno la carenza cronica di personale che ha portato alla scelta della sede di Caltagirone per dare supporto ai colleghi dell’ASP CT con Caltagirone simbolo del depauperamento del P.O. Gravina, i quali con un enorme sforzo dal 21 maggio c.a. presidiano un sit-in di protesta dove di chiede un incontro con la dirigenza dell’ASP stessa, era doveroso da parte della Segreteria Territoriale di Catania e del Coordinamento NurSind Sicilia sostenere i due promotori di questa iniziativa Di Masi e Pennacchio.
Il dato emerso al Consiglio Regionale NurSind da parte di tutte le Segreterie Territoriali il boom di contenziosi e che i reparti rimangono in molti casi ancora sguarniti. Le nuove piante organiche degli ospedali siciliani non rispettano i livelli minimi necessari a garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari. Se gli studi internazionali confermano che il carico di pazienti che può essere affidato ad ogni infermiere è 6, in Sicilia si continua ad affidarne da 10 a 20 per ogni infermiere. Le unità del personale vanno innalzate subito almeno del 20 per cento”.
Presenti anche rappresentanti delle forze politiche del Pd, Mpa, Diventerà Bellissima, Cinque Stelle, Lega e un referente della diocesi di Caltagirone incaricato dal vescovo che non è riuscito a essere presente.
Nel corso del confronto è emersi come le dotazioni organiche aziendali in fase di approvazione, nonostante l’aumento dei tetti di spesa per il personale, riportano dei risultati deludenti. I coefficienti sono rimasti all’epoca pre-pandemia e il personale non solo continua ad essere stremato, ma in molti casi è stato ulteriormente ridotto specialmente quello per le terapie intensive. Si registrano sale operatorie con un solo infermiere mentre le linee guida assessoriali ne prevedono almeno 2 per sala, mentre il parametro di 1,8 infermiere per ogni medico non viene rispettato e scende anche a 1,39 infermieri dell’Asp di Catania, a 1,70 al Civico con una media di circa 1,55 infermieri per ogni medico. Riceviamo denunce di infermieri tutti i giorni – hanno detto i segretari territoriali – negli ultimi giorni anche da parte di medici di pronto soccorso che non ce la fanno più e non sanno come fare. Oggi negli ospedali siciliani la sicurezza delle cure non è garantita. E la Sicilia spende di fatto 6,3 euro pro-capite, 31,5 milioni di euro, per il contenzioso sanitario”.
Vincenzo Neri
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