I Social, fortemente demonizzati, perché responsabili di aver svuotato di valori una società già precaria in merito, al rovescio della medaglia, hanno invece il merito di velocizzare il flusso di informazioni e portare alla ribalta eventi più o meno piacevoli in pochissimo tempo in un tam tam impazzito, riuscire a fare il giro del web, dagli Appennini alle Ande.
Così, da qualche settimana sui Social e per il web, circola vorticosamente l’impietosa foto di un bidone di plastica usato come contenitore di drenaggio per un paziente ricoverato nel reparto di Urologia dell’ospedale Umberto I di Siracusa.
La foto, scattata dai familiari del paziente, è stata da questi postata sui Social ed inviata al presidente della circoscrizione di Neapolis, Giuseppe Culotti, che si è reso portavoce dell’indignazione popolare sulle condizioni in cui versa il reparto di Urologia.
Non è tardata ad arrivare la reazione furiosa dell’assessore alla salute Baldo Gucciardi, che ha chiesto alla direzione dell’Asp provvedimenti disciplinari esemplari per i responsabili : “ Appena appresa la notizia di questo fatto gravissimo quanto vergognoso, ho attivato la commissione ispettiva permanente – dichiara l’assessore in un comunicato stampa, e continua – ho contattato il Direttore Generale dell’Asp pertinente, Salvatore Brugaletta, disponendo contestualmente un’ispezione immediata presso il nosocomio Umberto I. Ho chiesto provvedimenti disciplinari esemplari per i responsabili del reparto e per tutti coloro che eventualmente risultino coinvolti a seguito di quanto determinerà la commissione d’inchiesta interna al nosocomio, appena nominata e presieduta dal Direttore Sanitario, Anselmo Madeddu”.
L’ Asp in una nota ha fatto sapere che l’utilizzo del contenitore atipico per la raccolta di liquido di lavaggio vescicale, era stato già oggetto di una precedente attività ispettiva avviata dalla Direzione sanitaria di Presidio.
Intanto il Direttore dell’Unità Operativa, Bartolomeo Lentini, si è autosospeso dall’incarico, per permettere che le indagini si possano svolgere serenamente; l’urologia è stata quindi temporaneamente affidata al Direttore della Chirurgia Generale dell’Umberto I di Siracusa, Piero Tinè.
Il fatto che l’assessore alla salute si sia infuriato, può far sorridere, perché da Assessore, forse dovrebbe sapere in che condizioni si opera nei nosocomi siciliani. Il caso del bidone, non è altro che la punta di un iceberg per una buona parte sommerso.
Il bidone usato come contenitore per drenaggio è uno delle infinite operazioni non conformi che tutti i giorni gli operatori sanitari sono costretti a portare a termine per mancanza di presidi adatti ed a norma di legge; e l’assessore di questo non sa niente?
E non è neppure il primo caso di drenaggio fuori norma, in merito a questo i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza del Policlinico di Catania, con in testa Marco Di Bartolo, segretario aziendale Nursind, avevano denunciato e risolto il ricorso ad una prassi simile in uso presso l’Urologia dell’Azienda Policlinico Vittorio Emanule, relativa al presidio ospedaliero Gaspare Rodolico.
Nel 2014, il NurSind segnalò alla Spresal Asp di Catania, una prassi alquanto pericolosa che si era radicata all’interno dell’U.O di Urologia del presidio Rodolico, ovvero, l’uso di secchielli da 10/15 litri, a cielo aperto, come raccolta di drenaggio del Lavaggio vescicale continuo.
I secchielli, posti ai piedi del letto del paziente, utilizzati impropriamente, contenevano il liquido di drenaggio, composto da soluzione fisiologica, sangue, urina ed altri liquidi organici potenzialmente infetti e quindi pericolosi.
Infermieri ed operatori socio- sanitari, erano costretti a percorrere il corridoio, trasportando questi secchielli, per l’eliminazione manuale nello scarico dei liquidi biologici.
Tale prassi era motivo di importante rischio biologico per chi operava nella struttura, e violava le nuove normative Europee in termini di sicurezza, richiamate dal D. Lgs 81/2008.
Unitamente alla segnalazione la suddetta O.S. ritenne informare la Direzione Generale, il Servizio di prevenzione e protezione, il Direttore dell’U.O. di Urologia ed il servizio infermieristico, della possibilità di acquistare un presidio idoneo, presente in commercio.
Il presidio in questione è il SIC-URO-DRAIN, già in uso presso il presidio Vittorio Emanuele, sistema sicuro, a circuito chiuso, che permette il drenaggio, il trasporto e l’eliminazione dei lavaggi vescicali in maniera idonea.
Di seguito la dichiarazione della Dottoressa Ragusa, facente parte dalla Direzione sanitaria dell’A.O Policlinico Vittorio Emanuele:
“Il sistema URO Drain è conosciuto presso la Nostra Azienda dal 2008, anno in cui venne introdotto presso il reparto di Urologia del Vittorio Emanuele è successivamente al Policlinico G. Rodolico.
Il sistema SIC-URO-DRAIN è un sistema a circuito chiuso per il drenaggio e la raccolta del liquido utilizzato nei lavaggi vescicali post operatori. E’ un sistema semplice che consente di facilitare la raccolta,il trasporto e la smaltimento dei liquidi drenati; garantisce la continuità del lavaggio anche durante le ore notturne anche durante le fasi di svuotamento dei contenitori
L’iniziativa è stata condivisa dal Responsabile del servizio Infermieristico e tutti gli infermieri interpellati, il responsabile RSPP, il responsabile qualità per le rispettive competenze.
E’ stata successivamente effettuata una valutazione da parte delle Commissione HTA che ha sottolineato l’aspetto etico e la sicurezza del presidio suggerendone l’acquisto. I rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza hanno sostenuto il Gruppo operativo e la commissione HTA per l’adozione del sistema effettuata dalla Direzione Sanitaria. Su richiesta del Responsabile clinico del reparto di Urologia sono state concordate delle modifiche del dispositivo stesso che la ditta ha eseguito ed a tutt’oggi il sistema è costantemente utilizzato con beneficio di pazienti ed operatori presso il reparto di Urologia e si prevede di implementarne l’utilizzo in altri reparti“.
Grazie quindi all’intervento dei Rappresentanti per la Sicurezza dei lavoratori la vicenda di risolse positivamente.
Questo indica come spesso questo modus operandi, pericoloso ed indegno è figlio dell’abitudine e della cattiva governance. Noi operatori sanitari dovremmo essere i primi a denunciare certe nefandezze, perché a rischio è la nostra salute e quella del paziente.
Non possiamo e non dobbiamo tacere, e rifiutarci di lavorare senza presidi idonei che sia garanzia di sicurezza per l’operatore e per il paziente.
Dal canto suo, l’Assessore alla salute, periodicamente dovrebbe controllare lo stato di salute degli ospedali che governa, ad oggi non avrebbe di ritorno sicuramente una bella fotografia.
Possiamo scongiurare accadimenti come quello del nosocomio siracusano, solo se impariamo a pretendere di lavorare in sicurezza, solo se denunciamo.
NurSind lo fa, da sempre.
Marialuisa Asta
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