Una qualsiasi competizione elettorale dove è prevista ed ammessa una sola lista di candidati è di per sé un’insulto alla libertà democratica delle istituzioni. E’ proprio quello che sta accadendo alle prossime elezioni dell’Ordine infermieristico di Catania previste il 16,17 e 18 gennaio nella quale è stata esclusa la lista “Ordiniamoci”.
Così il presidente Carmelo Spica assieme ai candidati della propria ed unica lista ammessa, con decipiente paralogismo blinda la propria riconferma e quella dei suoi famulatori e ancillari seguaci, negando il confronto elettorale a tutti gli infermieri che percorrono posizioni e sostengono visioni diverse dalla loro.
Gli eleggibili diventano automaticamente eletti. Se queste sono le condizioni, viene dunque meno il tempo e il luogo democratico dell’Ordine dove prende forma la rappresentanza degli infermieri di Catania.
All’Opi di Catania si assiste ad una deriva della rappresentanza. Una evidente distorsione della democrazia che viene posta sui binari dell’autoritarismo. Una trama finemente ordita all’interno dell’Ordine ormai diventato un feudo; una sorta di garnistura dove la casta si è asserragliata riducendo tutti gli iscritti a puri sudditi passivi.
Gli infermieri sono obbligati ad assistere alla farsesca rappresentazione del momento elettorale senza alcun possibilità reale di esprimere il loro convincimento. Come dei gabellieri dispotici, sospendono la libertà politica di migliaia di infermieri, pur di mantenere rimanendo seduti nel loro comodo faldistoro, il diritto divino di permanenza ai vertici dell’Ordine.
In questa vicenda viene soffocato il rapporto tra democrazia e libertà. Assistiamo alla morte per asfissia della possibilità per chi dissente dal potere costituito, di esprimere un pensiero alternativo, di opposizione o di contrasto.
Pertanto, un’Ordine professionale ancorché rappresentativo della maggioranza, che impedisce la libertà dell’esercizio del voto, si allontana sempre più dall’alveo della democrazia e sempre più acquisisce le caratteristiche di un regime autocratico.
Si parla di un’involuzione autoritaria dell’Ordine in quanto la democrazia senza partecipazione al voto non conta niente. Un’Ordine dove il primo obiettivo dovrebbe essere quello di favorire la discussione e il confronto aperto tra visioni diverse; luogo dove aggregare le sostenere le conoscenze, viene invece sottratto alla comunità infermieristica etnea con artata ambage alquanto capziosa.
Pertanto, a ragion veduta, possiamo affermare che la lista del presidente Spica sebbene sia indicata con il nome “l’ordine siamo noi” in realtà si può identificare con il più coerente e apodittico “l’ordine sono io”.
Dunque, più che in altre occasioni, sono costretto a sperare che la realtà mi smentisca, auspicando che vi sia al più presto un’autorevole intervento della FNOPI che restituisca il pieno e legittimo diritto di voto a tutti gli infermieri iscritti all’OPI di Catania.
Emilio Benincasa
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