Come accade quasi sempre, in tempo di elezioni si sente dire “io non voto, tanto sono tutti uguali”. Spesso ci si abbandona all’indifferenza, divenendo cinici, pensando che “nulla potrà cambiare perché le cose sono sempre andate così”.
Beh cari colleghi, vi sbagliate.
Le cose cambiano. La storia ce lo insegna. Così mentre rimaniamo nella nostra indifferenza, mentre siamo distratti da pseudo-promesse, e scambiamo un favore per un diritto, altri decidono per il nostro futuro.
Sentiamo e comprendiamo le ragioni del disagio, di disaffezione e di sfiducia nonché il senso di distacco, che vivono i lavoratori nel rapporto con alcune Rappresentanze Sindacali e la crisi di rappresentatività che il Sindacato più in generale sta attraversando, e che vede peggiorare e comprimere in maniera ormai asfittica i diritti e la dignità delle persone.
In questi anni, ai vari governi succedutesi, governi cosiddetti di “larghe intese” sotto il peso della crisi, delle dissennate e aggressive scelte politiche, economiche e sociali, ebbene, a questi, si è contrapposto un sindacato anch’esso di “larghe intese” che, ha visto peggiorare le nostre condizioni di vita e di lavoro e non è stato in grado di incidere e modificare i rapporti di forza esistenti. Questo è lo scenario politico-sindacale, che fedelmente si ricalca anche all’interno delle nostre aziende.
Riteniamo, malgrado le elezioni per il rinnovo delle RSU abbiano rappresentato, e tuttora purtroppo rappresentano, per le strutture e gli apparati sindacali di sistema, solo un’occasione per ridefinire o rafforzare equilibri e rapporti di potere interni alle aziende e nelle unità operative, che questo appuntamento possa essere, invece, occasione e strumento per riflettere sulla ragione stessa dell’essere e dell’agire sindacale.
Adoperarsi direttamente, per riappropriarsi, difendere e migliorare le condizioni di vita e di lavoro, riaffermare e tutelare diritti e la stessa dignità umana e professionale di chi, vive un senso di avvilimento e disaffezione nel vedere mortificate continuamente competenze, saperi e professionalità, e che malgrado i molteplici disagi e le profonde difficoltà, stanno operando in difesa del Diritto alla Salute.
Coloro che fino ad oggi ti hanno rappresentato:
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cosa ne sanno delle NOSTRE corse sue giù per i corridoi o di essere interrotti durante la somministrazione di una terapia per insistenti scampanellate rivelatesi poi esigenze di tipo igienico o assistenziale.
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cosa ne sanno, delle NOSTRE notti passate accanto ai pazienti per le più svariate esigenze a dare il massimo possibile in condizioni lavorative che toccano il limite della decenza.
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cosa ne sanno che gran parte del NOSTRO lavoro è dedicato ad esigenze di stampo assistenziale, non prettamente infermieristico, e non in linea con il NOSTRO profilo professionale.
Potrei continuare ancora, ma non è necessario; è necessario invece che si prenda coscienza e consapevolezza che così non si può continuare.
Noi infermieri, siamo costretti a sovraccarichi di impegni e incombenze per cui il NOSTRO grado di formazione e specializzazione non sarebbe assolutamente necessario, lavoriamo in un contesto poco idoneo alla massima espressione della NOSTRA professionalità, svolgendo incarichi demotivanti e spesso degradanti.
Tutto ciò intralcia e talvolta interrompe le operazioni necessarie da effettuare, rubandoci il giusto spazio e il giusto tempo necessario alla migliore esecuzione possibile del programma di cure che dobbiamo assicurare.
Dove sono gli operatori socio sanitari?
Perché l’organico non le prevede?
Dove finiscono le figure formate dagli ormai numerosi corsi regionali o aziendali che si sono svolti negli ultimi anni?
Perché gli infermieri devono svolgere il doppio dei compiti in uno stesso lasso di tempo a discapito del servizio offerto e della propria realizzazione professionale?
Queste sono alcune delle domande da porre a chi TI ha rappresentato fino ad oggi, e chiedere cosa ha fatto in questi ultimi tre anni…NULLA…questa è la risposta. Lo sai che lo stanno facendo, ma non ti muovi. Non rimanere fermo, immobile e indifferente su verità opinabili e fondate su sabbia mobili.
E’ a TE che mi rivolgo:
prendiamo in mano la NOSTRA condizione lavorativa e diventiamo padrone di NOI stessi. Ora è il tempo dei cambiamenti, delle svolte. È finito il tempo delle mele… e del lamento.
Se pensi che non andare a votare sia la soluzione al tuo disgusto per il sindacato, allora lascia che ti dica che hai fatto male i conti.
Votare, non solo è un diritto costituzionalmente garantito, ma anche e soprattutto un dovere civico e acquisisce un significato morale ed etico all’interno della comunità in cui si vive e si lavora. Per cui, a meno che tu non sia un ascetico eremita, non puoi esimerti dal farlo.
Informarsi e scegliere, prima di apporre la croce. Essere consapevole e non avere rimorsi. Un voto si esprime con una semplice croce, ma se la apponiamo nel posto sbagliato, rischiamo di portarla per i prossimi tre anni.
Se preferisci invece che il tuo futuro venga scelto da altri, allora rimani a casa sul divano, con il telefonino e a seguire i tuoi programmi tv preferiti, prosegui con il tuo disinteresse o ad elemosinare qualche favore invece di pretendere il rispetto dei tuoi diritti .
Se invece sei in grado non di turarti il naso, di avere coraggio delle TUE scelte, ma di spendere 10 minuti del tuo tempo, uscire di casa, entrare nel seggio elettorale e votare, allora per lo meno hai adempiuto al tuo dovere civico di buon lavoratore.
Ma se non voti, allora: non lamentarti della TUA condizione lavorativa che va a rotoli, perché la colpa sarà solo tua che hai permesso ad altri di rovinartela.
C’è invece chi vuole esserci e lo scrive con caratteri di dignità…
NURSIND È ACCANTO A TE
NON HA RINUNCIATO ALLA MOBILITAZIONE, AL RAPPORTO CON I LAVORATORI E A DIFENDERE AI LORO INTERESSI.
NON CI FAREMO UMILIARE PER L’ENNESIMA VOLTA.
NON SAREMO SPETTATORI IMPOTENTI DEL SOLITO BANCHETTO BARONALE.
Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla.
M.L. KING
Emilio Benincasa
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