L’arroganza, è il senso di superiorità nei confronti del prossimo, che si manifesta e si esprime in molti modi. Tra i tanti, esiste l’arroganza “mistica”. Quest’ultima è patrimonio di coloro hanno potere decisionale e organizzativo, i quali si “elevano”, scollegandosi dalle reali responsabilità in termini di risultato di valore per l’ambito di competenza.
Esemplare per il nostro scenario, è quella manifestata dal Direttore Generale dell’ASP di Catania in occasione della protesta del NurSind presso l’Ospedale di Caltagirone, per denunciare le gravi carenze di personale sanitario e strutturali di tutta l’Azienda.
Diverse giornate di protesta, hanno registrato una massiccia adesione dei cittadini che con la loro presenza e la loro firma hanno dato consistenza alle giuste rivendicazioni che inascoltate da anni, hanno determinato un collasso dei servizi e della attività sanitarie.
Sono anni che NurSind, denuncia la grave carenza di organico e il progressivo smantellamento dei servizi nella provincia etnea da parte dell’ASP. Tutte le interlocuzioni avute e le promesse fatte fino ad oggi sono state sempre puntualmente disattese.
Ora che siamo al capolinea, è impensabile che in queste condizioni si possa continuare a garantire l’assistenza dovuta, poiché sussistono situazioni e condizioni ormai non rinviabili che limitano fortemente la qualità delle cure rese ai cittadini, oltre che il decoro, la dignità è non ultima la sicurezza degli operatori.
Di fronte a tutto questo, il Direttore Generale, anziché recarsi ad incontrare le ragioni del dissenso ha preferito starsene nell’attico dell’ASP3 di via Santa Maria la Grande circondato da sindacati “amici” e che con il loro silenzio-assenso hanno contribuito per la parte propria il determinarsi di queste situazioni.
Ha preferito non esserci il Direttore. L’arroganza si manifesta soprattutto in questo modo: creando attese di soluzioni per poi deluderle. Questa è la strada che Lei, caro direttore, ha voluto seguire ed è la stessa che è stata seguita da taluni sindacati costretti a recarsi al castello come vassalli e inchinarsi per mettere al sicuro i propri privilegi.
L’affidabilità è determinante, sempre. Non esserci, non rispettare gli impegni è invece ottenere esattamente l’opposto per diventare un parametro del potere negativo.
Caro Direttore, chi si occupa della gestione e cura del bene comune oltre che il potere, ha il dovere, di gestire e amministrare il bene di tutti con competenza e disponibilità. Invece, i cittadini e i lavoratori continuano solo a sentire annunci faraonici senza risultati visibili.
Solo propositi senza realizzazioni, che di fatto determinano l’impossibilità dell’Asp di Catania di porre in essere attività per lenire le difficoltà in cui si trovano oggi gli utenti cittadini della provincia etnea e gli operatori sanitari che prestano la loro opera presso le divisioni dislocate nel territorio.
Quanti infermieri ha assunto? Quanti medici? Quanti oss? c’è lo dica anzi, lo dica ai cittadini. Non crede che, invece di dibattere sul potremo, sul faremo, sia il caso di mettere fine alla sua opera di inefficienza che ancora nega un sacrosanto diritto, quello di conoscere la realtà fattuale delle cose.
Insiema a tanti cittadini, siamo stanchi di urlare alla luna, se proprio vuole darci, una soddisfazione, prenda atto del suo fallimento rassegnandosi a fare altro. Poteva essere un’occasione per dire la verità, invece ha preferito autoincensare la sua attività dove solo Lei riesce a vederci qualcosa di positivo, come se i cittadini non si accorgono di nulla.
Sebbene la Politica regionale ha promosso anche Lei; anche se ha riportato un buon voto in pagella, sono i cittadini e i lavoratori che hanno bocciato le sue scelte di politica sanitaria adottate fino ad oggi, che stanno producendo una scarsa qualità dei servizi sanitari, sia in ambito ospedaliero che nel territorio.
I cittadini e i lavoratori, non meritano che l’ASP di Catania possa continuare ad essere governata dal meglio del peggio, ovvero il pessimo.
Emilio Benincasa
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