Questi ultimi infatti sono accusati di aver utilizzato soldi destinati agli infermieri per portare a termine cause decisamente non nobili. L’utilizzo da parte di chi dovrebbe preservare la sicurezza di un fondo pensione di somme per affari personali è già una colpa. Quest’ultima si aggrava, soprattutto nella morale, se queste somme rubate sono state spese per non nobili cause.
Il denaro dell’Enpapi, istituto provvidenziale degli infermieri, sarebbe stato utilizzato per restaurare appartamenti privati, acquistare voli aerei per assistere alla finale di Champions League ed ancora, per pagare delle signorine con le quali trascorrere delle notti brave. In questa circostanza la Guardia di Finanza ha sequestrato ben 40 milioni di euro.
Era il 2019 e in quella indagine venivano contestati diversi reati poi giudicati dal Tribunale di Milano. Andato poi avanti anche nella Capitale il processo che vede l’ex direttore generale dell’ente, un imprenditore ed un avvocato accusati di aver ostacolato la vigilanza sui conti dell’Istituto. Dopo il maxi sequestro ai dirigenti dell’Enpapi è infatti emersa la fitta rete del traffico illecito di cifre che nella realtà erano destinate agli infermieri.
Oltre il processo, adesso arriva anche la sentenza. L’ex direttore è stato condannato a scontare 8 anni di carcere, il legale invece a 4 anni di reclusione mentre l’impresario dovrà scontare sette anni e sei mesi di carcere e solamente per un episodio inerente alla compravendita di un immobile a Potenza. Come riportato da Repubblica nel 2019, il processo è nato da una indagine condotta dal sostituto procuratore Alberto Pioletti il quale riteneva che i vertici dell’Enpapi – in disaccordo con le indicazioni fornitegli dal 2014 dagli organi di vigilanza – avrebbero effettuato degli investimenti per avvantaggiare dei privati.
Insomma, favori in cambio di altri favori, come ad esempio il caso di un aereo che da Venezia portava fino in Germania ‘per assistere alla partita di Champions League, Barcellona-Juventus, in programma a Berlino il 6 giugno del 2015’. Ma non solo.
Tra gli altri favori anche l’organizzazione ‘in almeno 19 occasioni – tra gennaio 2018 e febbraio 2019 – di incontri con ragazze pagate tra i 500 e gli 800 euro a evento’ e con le quali alcuni indagati trascorrevano ‘la serata o la nottata in ristoranti o alberghi in diverse località’.
Venute a galla le irregolarità ed effettuato il processo ecco che, come si è visto, anche la condanna non è tardata ad arrivare. Condannati l’allora presidente, il legale e l’impresario. Inoltre, l’impresario ed il dirigente dovranno restituire 1 milione e 800mila euro. da infermieristicamente (Giuseppe Provinzano)
Vincenzo Neri
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