Quello che è accaduto in questi giorni presso l’Ospedale di Acireale ha dell’incredibile, ma purtroppo, la realtà ha superato ogni limite di lucida immaginazione. E’ così, i vertici dell’ASP anziché fare quello per cui sono profumatamente retribuiti, ossia programmare e organizzare con competenza i servizi sanitari, hanno deciso improvvisamente in data 01/11/2020 la conversione a Covid-Hospital del nosocomio di Acireale.
Per NurSind, una decisione improvvida e irrazionale, che ha causato notevoli disagi per la sicurezza dei lavoratori e marcate criticità irrisolte per quanto concerne l’assistenza sanitaria. Puro atto d’improvvisazione che diserta tutte le applicazioni in materia di sicurezza e di protezione della salute.
Tale decisione non considera minimamente che la conversione in reparti Covid comporta che gli stessi a regime reclamino una dotazione organica che per tipologia si attesta a quelle in essere presso le unità di terapia semintensiva o di malattie infettive. Pertanto ad ogni modulo di 12 posti letto si dovrebbero assicurare almeno 24 infermieri e 12 unità di supporto OSS.
Nessun preavviso è giunto al personale che è stato scaraventato a prestare servizio senza nessuna adeguata formazione e addestramento atte a ridurre il rischio biologico e contenere il contagio da Covid. Nessun accertamento sanitario preventivo al fine di accertare l’idoneità fisica è stato fatto dal Medico Competente.
Dunque, una sordida vicenda decisionale che ha impattato in maniera negativa su tutto il personale sanitario coinvolto, che ha generato paura e frustrazione. Siamo di fronte a decisioni verticistiche “ansiogene” che sommate ad una mancata e concreta valutazione del rischio clinico determinano un pericoloso mix pronto a generare eventi avversi. Un pericoloso mix che, come NurSind non possiamo ne condividere, nè in alcun modo suffragare.
Uno sforzo umano che si traduce in aumento di stress psico-fisico che, non solo diventa usurante per gli operatori, ma aumenta di molto le possibilità di errore e di contagio. Le superiori ragioni, esemplificano una situazione, sicuramente disagevole per i lavoratori e potenzialmente pericolosa per gli stessi nonchè per i pazienti e dunque meritevole di una urgente attenzione e definizione.
L’arte dell’improvvisazione appartiene al mondo dello spettacolo, ed è li che bisogna lasciarla. Al mondo sanitario appartiene ben altro. Purtroppo però, questo tipo di vicende rendono palese che taluni anche in sanità vogliono fare spettacolo, improvvisando…male.
Emilio Benincasa
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