E’ notizia di pochi giorni fa, pubblicata da autorevoli riviste scientifiche, che nel Polo Sud presso la Base Esperanza si sia registrato un incremento record delle temperature, che ha comportato per la prima volta lo scioglimento del ghiaccio in alcune aree. Mi ha molto colpito la foto che accompagna l’articolo; si vedono i pinguini che annaspano nel fango. Rimangono lí, frastornati da una anomalia in attesa che la temperatura si abbassi e consenta loro di vivere nelle condizioni a cui è abituato.
Questo straordinario abitante del Polo Sud, dopo migliaia di anni di adattamento, vede minacciato il proprio habitat dall’inarrestabile riscaldamento globale, che come sappiamo è una di quelle vicende alle quali ognuno di noi sembra guardare e interessarsi con aria di sufficienza. Sembra un argomento che non ci sfiori più di tanto, e sottrarsi alle raccomandazioni che provengono dagli scienziati è pressochè la regola. Anche alcuni Stati avanzati, sebbene periodicamente sottoscrivono roboanti protocolli, nei fatti continuano a violentare il pianeta, immettendo tonnellate di inquinanti nell’atmosfera.
Anche in tempo di epidemie, inizialmente si tende a pensare che sia un affare che riguarda sempre altri; che tanto il virus è lontano; non ci appartiene; il contagio non ci riguarda. Poi, man mano che le notizie assumono una rilevanza diversa e il ventaglio del contagio avanza, aumenta la preoccupazione e la paura, che per alcuni versi è diventata psicosi. Si è scatenata una infodemia incontrollata nella quale è difficile districarsi da una mole infinita di informazioni, che hanno generato comportamenti scomposti e contradditori da più parti, provenienti ora dalle istituzioni e ora dal mondo scientifico.
In epoca di corona-virus, gli infermieri sono come i pinguini nel fango.
Sebbene risulti ardua la metafora, proprio come i pinguini che sono tra gli abitanti simbolo dell’ Antartide Continentale, anche gli infermieri lo sono nel Continente Sanitario; proprio come i pinguini, sebbene la loro livrea è macchiata dal fango, conservano intatta la loro eleganza, anche gli infermieri, sebbene le loro divise sono continuamente “infangate” rimangono in prima linea; proprio come i pinguini nel fango che con vocalismi disperati cercano aiuto per far si che il ghiaccio non si sciolga più, anche gli infermieri “gridano” da anni le loro condizioni di lavoro e di mancato riconoscimento economico e professionale.
Gli infermieri, quando sono chiamati a difendere la salute pubblica, sono li dove servono, con spirito di servizio intatto e mettendo in conto un elevato rischio, alcuni stanno già pagando e altri continuano la lotta per il contenimento del virus, anche a volte senza mascherine e tamponi. Ma siamo maledettamente pochi. Una guerra combattuta in una trincea piena zeppa di fango, annaspando per riuscire a coprire turni massacranti. A tal proposito invito a leggere l’articolo del Dott. Andrea Bottega, Segretario Nazionale del NurSind, che in maniera lucida descrive la condizione infermieristica(link)Santi che pagano il pranzo
Come al Polo Sud, insomma, l’effetto del corona-virus sta sciogliendo quella candida patina di ghiaccio che ricopre il SSN, che rende concretamente visibile il vero sub-strato di fanghiglia dove operano gli infermieri. Dopo aver tagliato per anni posti letto e personale, ora tutti cercano di rimediare con direttive affannose e oltremodo tardive. Dopo aver frammentato il SSN ora si invoca l’unità e la solidarietà nazionale dello stesso.
Dovremmo mettere in quarantena indefinita tutte le coscienze di chi, nel corso di questi anni a vario titolo abbia consentito tutto questo. Spero che questa dura lezione da parte della Natura, ancora in corso di svolgimento, possa far definitamente cambiare l’idea che la salute pubblica non si appalta. Dobbiamo riavere Ospedali Pubblici attrezzati nel quale si spendano le migliori professionalità in numero sempre adeguato per fronteggiare e consentire le cure più appropriate in qualsiasi momento. E non come in questo caso allestire tende da campeggio.
Anche perchè, la sanità privata in questa vicenda si è nascosta fino a che ha potuto, poi solo dopo essere stata chiamata in causa, visto che viene foraggiata con 40mld di soldi pubblici, ha iniziato a collaborare. Cosa aspettarsi di chi fa profitto sulla salute per poi socializzare le perdite. Nei fatti, di regola allorquando vi è una complicanza nelle cliniche private viene allertato il 118 e il paziente viene inviato al Pronto Soccorso, scaricando al SSN le cure anche complesse del caso. Non esiste DRG per corona-virus, non conviene, non rende.
Per finire, mi sento di dire che gli infermieri rimandano al mittente tutti quegli elogi interessati che sono pervenuti, non ne abbiamo bisogno, tratteniamo solo quelli sinceri che provengono dalle persone che veramente apprezzano il nostro impegno e la nostra dedizione, senza circostanza e senza opportunismo. Noi non siamo eroi, siamo uomini e donne, siamo professionisti non riconosciuti e mal pagati e solo oggi ricercatissimi, per poi essere dimenticati, per questo accontentatevi dei pinguini nel fango.
Emilio Benincasa
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