Con l’ultimo colpo di bacchetta magica il dimissionario Angelo Pellicanò prima di andare definitivamente in pensione in quattro e quattr’otto tira fuori, dopo il concorso scandalo dei DS, anche ben 5 delibere di posizioni organizzative senza effettuare una ricognizione dei relativi curricula aziendali.
È incredibile come al Cannizzaro non si sollevi un’indignazione generale; come ancora i lavoratori non siano stanchi di ricevere soprusi da un’amministrazione ingerente per alcuni ed estremamente elastica per altri.
Un’amministrazione che si fa immoralmente concedere dai sindacati il 25% della produttività che ridistribuisce con progetti ad hoc manco fossimo al mercatino delle pulci. Ebbene questo è il sindacato al Cannizzaro, la svendita dei lavoratori a fronte di privilegi per l’élite dei “sindacalisti”. La nuova vecchia politica che si fa avanti.
L’assurda inerzia dei lavoratori permette agli ambigui figuri dell’azienda per l’emergenza di appropriarsi della dignità dei lavoratori, quasi deridendoli e sbeffeggiandoli davanti a fatti ai limiti della legalità, ma soprattutto prendendosi gioco di chi quotidianamente salta riposi e lavora sott’organico magari senza personale di supporto al fine di garantire il servizio.
E così, prima della chiusura dell’ultimo mandato da manager il dott. Pellicanò ha dato ampio riscontro di quanto siano considerati i lavoratori al Cannizzaro. Una vergogna che coinvolge anche i sindacati che colpevolmente giovano delle concessioni aziendali e che sopravvivono innaffiati dalle deleghe dei loro iscritti e dai voti presi alle recenti elezioni.
E mentre i lavoratori ancora aspettano vergognosamente il passaggio di fascia, una parte del fondo viene utilizzata per remunerare soltanto “cinque meritevoli” (di cosa?), che naturalmente non hanno partecipato a nessuna selezione di curriculum.
Incarichi fiduciari di un manager dimissionario. Che non è il titolo di un film o un libro, ma l’amara verità di cui il sindacato si è reso assurdamente complice insultando ulteriormente l’intelligenza dei lavoratori.
La disobbedienza civile è una necessità per dimostrare il proprio dissenso. Vi stanno togliendo la dignità di alzare la testa, di poter guardare negli occhi, di essere uomini e donne.
E allora disobbedite…
Salvo.
Salvo Vaccaro
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