La sanità siciliana si trova a un bivio cruciale. Il prossimo 23 luglio, la Commissione Sanità dell’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) sarà chiamata a esaminare una proposta di rimodulazione della Rete Ospedaliera presentata dall’Assessorato alla Salute. Questo piano, atteso con grande interesse e non poca apprensione, promette di ridisegnare profondamente il panorama dell’assistenza sanitaria sull’isola, con implicazioni significative per cittadini, operatori e territori, scatenando forti perplessità e proteste da più parti.
La bozza, che definisce la futura destinazione dei posti letto nelle singole discipline, prevede tagli rilevanti, in un contesto in cui, durante la pandemia di Covid, si era puntato all’incremento delle postazioni. Un elemento cardine è la riorganizzazione della capacità ricettiva. La proposta prevede una riduzione cospicua di posti letto per acuti, compensata da un notevole incremento di posti letto dedicati alla riabilitazione e alle lungodegenze. Nella tabella in fondo all’articolo sono riassunte la previsione delle cifre dei tagli e degli aumenti nella provincia di Catania
Il successo o il fallimento dell’intera riforma dipenderà, quasi interamente, dall’efficace e tempestiva attuazione e dall’adeguato finanziamento della rete sanitaria territoriale. Se la componente territoriale non sarà sufficientemente dotata di risorse, personale e integrata senza soluzione di continuità con i servizi ospedalieri, come suggerito dagli “investimenti necessari”, la proposta riduzione dei posti letto per acuti e le riconversioni ospedaliere non porteranno a un sistema più efficiente. Al contrario, potrebbero tradursi in un collasso dei servizi, un aumento del carico sui rimanenti ospedali e un diffuso malcontento dovuto alla ridotta accessibilità delle cure di base. Se i servizi sanitari vengono consolidati in un numero inferiore di centri più grandi, le persone gli individui che vivono in aree rurali o disagiate, in particolare quelli senza accesso a trasporti privati o mezzi finanziari per viaggiare a lungo, affronteranno barriere significative nell’accesso a cure tempestive e appropriate.
NurSind, esprime una forte preoccupazione per potenziali “tagli e chiusure” di posti letto e servizi. Temiamo un peggioramento dei servizi con un forte rischio di “desertificazione sanitaria” in alcune aree, in particolare quelle che perderanno funzioni ospedaliere. Esprimiamo anche forte preoccupazione e timori sul fronte del personale infermieristico e di supporto per la già grave carenza di personale all’interno del sistema con un aumento ulteriore del carico di lavoro a seguito della riorganizzazione.
Le preoccupazioni costantemente sollevate dal NurSind riguardo alla carenza di personale, non sono semplici lamentele, ma indicano una vulnerabilità sistemica profonda. Anche la migliore delle proposte di riforma è destinata a fallire inevitabilmente se non ci sarà un numero sufficiente di personale qualificato e motivato per gestirla. L’attuale carenza di personale significa che qualsiasi riorganizzazione che aumenti il carico di lavoro, in assenza di un piano robusto e completo per affrontare le carenze di organico, aggraverà questa questione già ampiamente critica.
In Conclusione
L’esito della proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale sará determinante per la sanità dell’isola. Avrà implicazioni di vasta portata per l’accesso dei cittadini alle cure, le condizioni di lavoro dei professionisti sanitari e la sostenibilità finanziaria del bilancio regionale. La sfida centrale che il governo regionale e l’ARS devono affrontare è quella di trovare un delicato equilibrio tra la necessità di maggiore efficienza e sostenibilità finanziaria e l’imperativo di mantenere e migliorare la qualità e l’accessibilità dei servizi sanitari essenziali per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro posizione geografica.
Il successo finale di questa riforma dipenderà non solo dalla sua approvazione da parte dell’ARS, ma, dalla sua attuazione meticolosa, ben finanziata e integrata. Ciò è particolarmente vero per il rafforzamento della medicina territoriale e l’efficace gestione delle carenze di personale esistenti. Senza questo, i benefici previsti potrebbero non concretizzarsi. Tutti gli occhi sono ora puntati sulle discussioni che si svolgeranno in Commissione Sanità dell’ARS il 23 luglio. Le decisioni prese lì determineranno la traiettoria futura immediata di questo piano significativo, ma controverso, tracciando un nuovo corso per l’assistenza sanitaria in tutta l’isola.
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| Azienda | Tagli p.l. | Aumenti p.l. | Bilancio finale |
| Policlinico Rodolico-San Marco | Pneumologia semi intensiva da 6 a zero p.l.
Terapia Intensiva da 49 a 37 p.l. Terapia semi intensiva da 30 a zero p.l. |
Medicina Generale da 58 a 73 p.l.
Neurologia da 28 a 34 p.l. Pneumologia da 18 a 24 p.l.. |
da 928 a 911
(- 17 posti letto )
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| ARNAS Garibaldi
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Terapia semi intensiva da 26 a 16 p.l
Pneumologia Semintensiva da 6 a zero p.l. |
da 615 a 570
(- 45 posti letto )
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| A.O.E. Cannizzaro | Terapia semi intensiva da 26 a 10 p.l. | da 565 a 544
(- 21 posti letto ) |
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| ASP Catania | I dati finali tra tagli e aumenti dei posti letto si riferiscono all’intera ASP che è composta da 7 presidi Ospedalieri. per vedere il dettaglio per singolo ospedale clicca il link | da 810 a 728
(- 82 posti letto ) |
